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Palazzo Madama Rossi



Il patrimonio storico e naturalistico del territorio.

Descrizione

Il Palazzo “Madama Rossi” fu fatto costruire nel XVI secolo dal Cardinale Bonelli Ghislieri, nipote del papa alessandrino San Pio V, utilizzando la pregiata pietra di Visone estratta dalla Cava di Santa Croce presso l'attuale Cappelletta dei Foresti.
Gli interventi più importanti sono attribuibili alla famiglia Rossi che eseguì molti restauri nell'ala occidentale, ripristinando il giardino all'italiana ed abbellendolo di fontane, vasche, giochi d'acqua e piante esotiche. E' proprio in questo periodo che il palazzo diventa un'importante meta per i visitatori del tempo: nel 1872 San Giovanni Bosco, durante uno dei suoi viaggi tra Torino e Mornese, si intrattenne a Visone ospite a Palazzo del cavalier Tranquillo Rossi. Nel 1862 viene concesso ai Rossi il privilegio di assistere alle funzioni religiose dell’adiacente Oratorio di San Rocco, sfruttando una finestra presente sul lato sinistro dell’oratorio direttamente collegata ad una stanza del Palazzo. L’Ultima residente della famiglia Rossi è la mogie del cavalier Rossi, detta la “Madama”, proprietaria tra l’altro di una vecchia filanda per la lavorazione della seta e della lana.
Ceduto inizialmente dai Rossi alla famiglia Lerma nel 1930, la proprietà del Palazzo passa temporaneamente ai Carozzi e quindi ai Buzzi per poi tornare nuovamente ai Lerma.
Nel dopoguerra inizia infine una parcellizzazione della proprietà che porterà alla totale perdita della fisionomia delle strutture interne e alla attuale divisione in appartamenti privati.

Molte opere interessanti, oggi perdute, ornavano la casa. Tra queste i pregevoli apparati del grande Salone dei Ricevimenti, sito al piano nobile, raffiguranti in un grande affresco Adamo ed Eva e la scena della Creazione della donna; agli angoli erano visibili gli stemmi degli Scati e dei Del Carretto, famiglie con le quali i Bonelli e i Bocca avevano un legame di parentela, tutto intorno un bellissimo fregio. Sino al 1950, nella loggia interna del cortile, si riconosceva un affresco opera del pittore Pietro Ivaldi, detto "il Muto". Perduti anche, nel cortile interno del Palazzo, un antico pozzo e due meridiane della seonda metà dell’Ottocento. Rimangono, invece, il portone principale di ingresso al corpo occidentale, e il cortile interno contraddistinto da un bel loggiato su due livelli, collegati e da un ampio scalone.
La parte attualmente più significativa del Palazzo è senza dubbio il loggiato cinquecentesco con colonne doriche in pietra di Visone, visibile sul lato orientale della facciata e completamente affrescato al suo interno nell’anno 1575 da un pittore anonimo, con pitture "grottesche" che ricordano lo stile raffaellita dei Palazzi Vaticani.
Gli affreschi coprono interamente la superficie muraria e sono prevalentemente a tema figurativo, con divinità antropomorfe, putti e satiri ispirati alla mitologia classica. Le scene di Arianna nell'atto di uccidere il leone pronto ad assalire Bacco addormentato, la rappresentazione del Satiro che fustiga la ninfa Amore, il furto di una freccia da una faretra, festoni e cornici floreali si presentano oggi poco leggibili, anche per la presenza di lacune che portano a vista la sottostante tessitura muraria.


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[scheda realizzata a cura dell'Archivio Storico Comunale]
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Foto

Palazzo Madama Rossi


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